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La corsa e il ciclismo, nonostante molteplici differenze, possono diventare complementari in alcune fasi dell’allenamento del runner.

 

La corsa e il ciclismo sono due sport che presentano alcuni fattori in comune, ma che hanno anche parecchie dinamiche diverse, che non permettono una stretta correlazione fra le due discipline.

I fattori che differenziano questi due sport sono dovuti sia al tipo di impegno fisico, sia alla meccanica del movimento: nel ciclismo, infatti, un fattore importante è l’attrezzo, cioè la bicicletta, e di conseguenza anche le sue caratteristiche come misura, peso, aerodinamica.

Altra differenza è il tipo di impegno muscolare: distretti coinvolti, forza utilizzata, consumo energetico.

Nella corsa c’è un impegno più incisivo a livello anaerobico inversamente proporzionale alla distanza, cioè più è breve la distanza gara maggiore sarà la componente anaerobica lattacida. Questo tipo di impegno è decisamente minore nel ciclismo, soprattutto se il percorso è pianeggiante e lo sforzo non è massimale. In generale si tende a dire che aerobicamente lo sforzo ciclistico è di circa un terzo di quello del runner, cioè una seduta di tre ore di bici equivale all’incirca a un’ora di fondo di corsa (considerato che in bici, in discesa, l’impegno sia muscolare che energetico è nullo).

Il discorso cambia se si esce in MTB; in questo caso l’impegno aumenta in funzione del tipo di percorso.

ciclismo

Nonostante quanto detto finora, i due sport possono essere complementari, infatti diversi atleti usano la bici per due motivi.

Il primo caso riguarda la rieducazione post- infortunio. Il ciclismo può essere abbinato alla corsa in acqua per non perdere la meccanica e il gesto atletico. L’allenamento si basa principalmente sullo svolgimento di attività aerobica blanda, quindi lunghe uscite con rapporti leggeri.

Nel secondo caso, il ciclismo viene utilizzato come mezzo di allenamento per diversificare il lavoro e non sovraccaricare il corridore a livello tendineo. In questo modo è possibile aumentare il volume di lavoro senza però incidere troppo sul sistema tendineo-legamentoso.

Diversi atleti di buon livello svolgono, nel periodo di preparazione generale, lavori combinati di corsa e bici con cadenza settimanale, al fine di stimolare e dare input diversificati sia al sistema nervoso sia al metabolismo, con risultati anche di un certo rilievo. In base all’intensità usata, infatti, la bici può sostituire i lavori di corsa.

Bisogna dire che tutti i lavori in bici possono essere correlati alla corsa, ma solo come componente organica, quindi è necessario, per un discorso di biomeccanica e di impegno muscolare, che la seduta di bici sia alternata alla seduta di corsa. L’ideale per chi si allena 4/5 volte la settimana è di dedicare una seduta all’allenamento in bici e il resto di corsa.

Nella tabella di seguito riportiamo alcuni esempi di come il lavoro in bici può sostituire, a livello organico, la corsa.

La tabella ci dà un’idea di come possono essere correlati a livello organico i due sport, senza perdere l’idea che il runner usa la bici come allenamento complementare e lontano dal periodo agonistico.

ciclismo

Salvatore Pisana
Laureato in scienze motorie, è allenatore di mezzofondo di fama nazionale

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