Non è altro che l’ingrossamento di un nervo sensitivo del piede, detto nervo digitale comune (n.d.c.) poiché innerva la faccia contrapposta di due dita adiacenti. Il termine deriva dal chirurgo Thomas Morton che nel 1876 descrisse una sindrome dolorosa della 4ª articolazione metatarso-falangea; in realtà il primo a descrivere un’affezione del nervo digitale fu l’italiano Civinini nel 1835, per cui preferiamo parlare di sindrome di Civinini-Morton.
La malattia insorge per cause varie ma di solito correlate ad alterata postura del piede.
La sintomatologia è tipica: dolore abbastanza localizzato all’avampiede, con irradiazione spesso a tipo “corrente elettrica” a due dita vicine, quasi sempre 3º e 4º dito, più raramente 2º e 3º; caratteristica è l’insorgenza accessuale, cioè brusca e violenta, del dolore.
Patognomonico, ossia rivelatore della sindrome, è il cosiddetto “segno della vetrina”: il paziente, più spesso donna, mentre si trova in strada sente il bisogno urgente di togliere la scarpa per trovare sollievo al dolore, e per passare inosservato esegue tale manovra fermandosi davanti ad una vetrina, facendo finta di osservarla…
La diagnosi è essenzialmente clinica, si fa cioè sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, comprendente manovre palpatorie (test di Mulder) e test della sensibilità delle dita.
Una ecografia eseguita da un mani esperte e un esame R.M.N. possono essere di aiuto, ma non sempre possono fornire la certezza della diagnosi.
Trattamento del Neuroma di Morton con tecnica mini invasiva
Anche il Neuroma di Morton può essere operato con tecnica mini invasiva, mediante un taglio di pochi millimetri fatto dorsalmente fra le teste metatarsali del livello interessato (solitamente il 3º spazio, meno frequentemente il 2º); attraverso questo taglietto appena visibile la lama del bisturi, opportunamente introdotta, va a sezionare il legamento intermetatarsale, ossia la struttura anatomica in cui il nervo interdigitale rimane “impigliato” nel suo passaggio dal basso verso l’alto verso le due dita (di solito 3º e 4º dito) cui fornisce l’innervazione sensitiva.
In pratica viene effettuata una “neurolisi” percutanea, ossia il nervo viene solo liberato senza essere rimosso.
Alcuni chirurghi associano costantemente a questo gesto principale anche l’osteotomia percutanea dei due metatarsi contigui, in modo da liberare maggiormente il nervo; noi riteniamo che questo gesto possa essere più prudenzialmente riservato ai casi in cui la metatarsalgia sia dovuta all’impingement del nervo digitale ma anche ad un contemporaneo sovraccarico osseo, poiché riteniamo che un’osteotomia metatarsale vada effettuata solo l’osso è realmente responsabile della sintomatologia dolorosa.
Comunque, trattandosi di una neurolisi e non di una totale asportazione del nervo quale si può fare a cielo aperto, va tenuto presente che -se da un lato è vero che l’intervento è molto meno traumatico e conservativo, dato che non si asporta alcuna struttura anatomica- bisogna mettere in conto che il dolore da neuroma possa non risolversi o recidivare, richiedendo successivamente una neurectomia tradizionale.